“[...] Finché con il susseguirsi delle azioni reciproche opposte i due elementi originariamente uniti s’incontrano come all’inizio, ma la natura è diventata più organica a causa dell’uomo plasmatore e civilizzatore, mentre l’uomo è diventato più aorgico, più universale, più infinito.
E’ forse questo uno dei sentimenti più alti che sia dato provare, quando i due opposti, l’uomo, spiritualmente vivo reso infinito dall’arte, e la bella forma della natura si incontrano.” F. Hölderlin, La Morte di Empedocle
2010. “Cimitero Industriale” è un’indagine fotografica condotta sui frammenti archeologici di una antica fabbrica del territorio pratese quando la natura, madre compassionevole in vita e in letteratura, torna ad ingurgitarsi il cemento armato abbandonato, a masticarlo e a triturarlo. Finché, con la calma che contraddistingue il suo incessante divenire, non abbia trasformato il boccone in bolo e il bolo non sia tornato a ricomporre quell’Unità primigenia e originaria da cui ogni cosa per essere si è, dal primo momento, scissa.